La conoscenza emotiva


Milano, piazza degli Affari 

Non è raro per me iniziare a parlare di un argomento partendo da Mazzini. Questo perché la storia di Mazzini ci fa capire l'uomo civico nella sua dimensione mediana. 

Mazzini falliva, infatti, perchè parlava di libertà e diritti ad un popolo ancora ignorante. Non si poteva promettere diritti e principi ai contadini per essere capito e sostenuto. Dovevi promettere loro le terre per essere capito. Dovevi dimostrare anche di essere piú forte dei nobili e dei proprietari terrieri. Dei ricchi e potenti. Il popolo non sentimentalmente coinvolto, privato di energia emotiva ,appoggia il piú forte, non il piú giusto.

Quando questo popolo incontró la cultura diffusa cambiò qualcosa. Le masse intransigenti aumentarono ben oltre le cerchie di intellettuali ma oggi, nelle nostre democrazie, ancora non è abbastanza.

Non è abbastanza perchè l'istruzione di oggi è ancora lontana da illuminismo e romanticismo. È fredda, analitica, nozionistica. Non emoziona e si dimentica presto. Quel che è peggio è che non stimola alla lettura, all'approfondimento, non lascia fame e sete. O meglio, non sempre, non in ogni aula, non per sistema.

Un'istruzione fredda sarebbe utile alla alfabetizzazione ed alla conoscenza nozionistica, ma non contribuisce al massimo delle sue potenzialità, a mio avviso, sotto l'aspetto del progresso civico.

Le scuole e le università potrebbero costruire nuovi sistemi per fare cultura piú che mera istruzione. Potrebbero impostare le lezioni in modo tale che i ragazzi si appassionino ai temi e li sentano propri e ne siano sentimentalmente coinvolti. Potrebbero stimolare l'intelligenza emotiva e creativa oltre che quella analitica.

Un mondo freddo non produce utopie, nuove energie, innovazione sociale ma produce, io penso, un conformismo anonimo e fragile, corruttibile.

Si può insegnare ad amare? Si può insegnare ad avere fiducia? Io penso di si.

Una popolazione sentimentalmente attiva nei diritti e nelle tematiche politiche, preparata e innamorata dei principi fondamentali della Costituzione, vulcanica, come lo è gran parte del Terzo settore, costruirebbe una società diffusa più aperta alle innovazioni?

Ció che mi piacerebbe fare, con questo post, è sollevare un importante quesito di qualità formativa delle nostre generazioni, oggi diventate in gran parte fredde, annichilite, superficiali e, dunque, facilmente corruttibili.

Vivendo il Terzo settore in compagini multisettoriali, facendo della contaminazione culturale la mia prima regola di interazione con gli altri e, avendo vissuto da sud a nord dell'Italia, posso dire che il quadro non appare così disastroso come si potrebbe ipotizzare.

Molte, infatti, sono le iniziative di sensibilizzazione realizzate da diverse organizzazioni civili apartitiche impegnate nei diritti fondamentali e, molto spesso, sono cariche di pathos.

Molti sono i docenti che animano le loro lezioni con elementi di approfondimento. In università Federico II, ad esempio, quasi tutti gli esami hanno le parti speciali che, in effetti, ti stimolano un approccio alla materia più approfondito e ti portano ad uno studio appassionato.

Nel nostro piccolo anche noi stiamo lavorando. In associazione Le cose che vanno International, infatti, da tempo si discute circa l'idea di trasmettere la bellezza della Costituzione, dell'Ue, delle nostre istituzioni conquistate con secoli di sacrifici in un modo particolare, ovvero, facendo nascere parallelamente alla consapevolezza nozionistica, anche sentimenti nobili e positivi, di amore e condivisione. 

È una priorità della nostra agenda che si è concretizzata nella candidatura del primo europrogetto di nome "Build Europe for Citizens is BEC". Tale progetto si propone, infatti, di sensibilizzare i partecipanti sul funzionamento del potere legislativo europeo, sulle istituzioni dell'Ue, sulla storia dell'Ue e sulle sue basi giuridiche, sociali e filosofiche. Si propone di attuare questa sensibilizzazione mediante il metodo della simulazione degli organi preposti al potere legislativo. Questo metodo porterebbe il partecipante a sentirsi parte di ciò che simula entrando in uno stato di solidarietà e comprensione delle responsabilità, delle difficoltà, delle paure ma anche della bellezza che ciò rappresenta. Alla fine del progetto i partecipanti vedranno nascere dentro di sé un nuovo sentimento, un sentimento vivo e bello verso ciò che hanno vissuto e per ciò che hanno, per un pó, rappresentato. Nasceranno sentimenti di appartenenza e condivisione nei confronti dei colleghi degli altri Paesi. L' #euroscetticismo si trasformerá in #eurosolidarismo e si comprenderá quanto è meravigliosa la nostra democrazia, l'evoluzione che sta vivendo ed il suo processo di integrazione democratica con più diversità popolare al suo interno della storia dell'umanità: l'Unione europea.

Penso fermamente che quando studio e sentimento si incontrano nascono, silenziose, le più grandi #rivoluzioni, ed #evoluzioni. 

Torino, 3 ottobre 2019
Mirko Marangione