Olivetti building |
L'emozione fisica che ho provato ad Ivrea un anno fa è stata la stessa di quando entrai alla facoltà di Legge della Federico II di Napoli nei primi giorni della mia seconda vita. Un'energia che ho sentito salire dalla terra e che si è propagata nel mio corpo. Un'esperienza surreale eppure molto reale.
Non pensavo che un giorno avrei potuto riviverla. Infatti è riaccaduta la prima volta in cui ho messo piede nella terra di Adriano Olivetti e vidi le sue opere. Erano espressione di un sogno, di un sognatore, di una umanità che non è ancora oggi, ma che un giorno sarà. Era marzo 2018 e da allora Ivrea è diventata la mia principale meta di pellegrinaggio filosofico-intellettuale in cui fermarmi, ricaricarmi o meditare, qui, nel nord Italia. È il mio piccolo rifugio dove sentirmi bene, il mio posto, da quasi un anno.
Mirko Marangione