DALLA PARTE DELLA COLLEGA GIURISTA dott.ssa GISELLA LICATA.
Basta aprire alla pagina 17 del quotidiano La Stampa del 4 aprile 2019 per leggere di una giovane donna, vincitrice di concorso, bloccata solo perchè figlia di un criminale ergastolano.
È l'ipocrisia pura dei nostri tempi in barba alle sentenze della Corte Costituzionale n.108/94 e 391/2000 che adducono il possesso delle qualità morali e di condotta alla specifica persona.
Delirii dei nostri tempi. Delirii a danno di chi lavora e studia seriamente, bruttumi fondati su un sistema fondato ancora su logiche patriarcali, sul famoso "a chi sei figlio, tale vali", oppure "quanto hai sul conto corrente, tanto conti".
Bisogna sconfiggere questa mentalità favorendo quella del buon lavoro, del buon esempio, del buon impegno, delle buone intenzioni, dei veri sacrifici, delle buone idee, delle rivoluzioni normative.
Sono assolutamente a difesa dei pieni diritti di essere cittadina italiana ed europea della dott.ssa Gisella Licata, giurista e collega siciliana, che sta subendo profondi colpi morali proprio da chi, e per chi, ha scelto di dedicare la sua vita: il Diritto, lo Stato, il suo Paese.
Nullum crimen, nulla poena sine culpa
Mirko Marangione
(cfr. La Stampa del 4/04/218 pag.17)