Il Conte di Montecristo di B. August (SerieTV Ita_fra 2024) - RECENSIONE

  Cari Lettori, ho sentito il dovere di recensire la mini serie TV "Il Conte di Montecristo" di Bille August, (Francia Italia 2024) con Sam Clafin, in quanto il romanzo di Dumas è il mio preferito in assoluto sin dall'infanzia ed in quanto questo programma distribuito in Rai  è un vero capolavoro.  Ciò che mi colpisce particolarmente sono certamente i dialoghi, estremamente espressivi, diretti, sintetici ma non arronzati. Concedono il tempo allo spettatore di entrare in sintonia con lo storytelling, senza mai rompere questo legame. In quanto agli attori, menzione speciale al protagonista Sam Claflin e al suo doppiatore Marco Vivio che hanno fornito una percezione estremamente reale delle emozioni del Conte più amato al mondo. Poche volte si è in grado di arrivare ad "essere" il personaggio che si interpreta, e non solo "rappresentare". La differenza è notevole e Sam Claflin è stato in grado di "essere" il Conte di Montecristo con naturalezza...

L'innovazione non ha padroni, né nazionalità. Come un volo senz'ali.



L'innovazione, il futuro ed il coraggio non hanno nazionalità. Sono come un volo senz'ali. Immaginate di poter volare senza la necessità di ali. Ecco. Questa è la libertà.

Adriano e Camillo Olivetti, Rita Levi Montalcini, Madre Teresa di Calcutta, Luisa Spagnoli, Giordano Bruno, Guido D'Arezzo, Eleonora Pimentel Fonseca, Vincenzo Tiberio, Altiero Spinelli, Umberto Nobile, Socrate, Karl Benz, Rudolf Diésel, Max Planck, Nikola Tesla, Marie Curie, Hans Wilsdorf, Martin Luther King, Gandhi, Nelson Mandela, Enrico Fermi, Immanuel Kant, Joe Cox, ....

E così continuerei per ore e ore e per ogni nome scritto, scriverei un pensiero positivo.

Penso che l'innovazione non abbia tempo, non abbia spazio, non abbia gabbie nè proprietari  ma viaggia attraverso le menti creative degli uomini, mossi da amore per la vita, e da tutto ciò che essa esprime.

Chi ha la fortuna di vivere nel presente, creando futuro, pensando al prossimo, è una persona mossa dai più nobili sentimenti.

Oggi ho letto di un gruppo di giovani, in Iraq, che cantava Bella Ciao in iracheno. Questo perché anche quella canzone, e la libertà che essa esprime, non ha nazionalità, ed è di tutti.

Mirko Marangione
Ivrea, 12 Gennaio 2020

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