Mi è stato detto ieri un commento che mi è rimasto impresso e che mi costringe ad una profonda riflessione. Ringrazio il mio collega per avermelo detto.
In una riunione, mi è stato detto che rispetto ai primi tempi, sto diventando molto più professionale e tecnico, e meno 'folle sognatore'.
La cosa potrebbe sembrare positiva, ed invece, secondo me, non lo è.
Cosa anima i nostri cuori?
Cosa ha fatto del progetto Le cose che vanno un'associazione registrata, ed attiva a livello internazionale?
Cosa mi ha portato a diventare Ambasciatore dell'ALDA, organizzazione che nel mio cuore rappresenta l'Utopia europea realizzata nel tempo presente?
Cosa mi ha portato nel coworking di Mecenate 90, organizzazione che nel mio cuore rappresenta l'Utopia culturale della Bellezza, realizzata nel tempo presente?
Cosa mi ha portato ad entrare nel mio attuale terzo Studio legale, realizzando esperienza in Napoli, Torino, Roma, e ad imparare ostinatamente e senza indugio, con profondo amore per il Diritto, il mestiere più bello del mondo?
[Anche in ambito legale, ho un sogno molto chiaro, e molto forte. Lo dirò a tempo debito.]
Cosa mi ha portato a vivere le mie attività, formazione compresa, per 8 anni, rinunciando al tempo libero, alla mente libera e forse anche per sempre, alla 'leggerezza' delle cose?
È vero. Lo studio troppo approfondito e tecnico, ti può portare a cambiare, nel tempo.
È vero. La molto amata Teoria dell'Ignoranza creativa del grande Luminare Prof. Piero Formica, prende corpo non solo nella mia conoscenza letteraria e formativa, ma anche nella mia coscienza.
Per la prima volta, infatti, la inizio a comprendere in modo diverso, come se fossi all'uscio di quel pozzo di conoscenza.
È tuttavia pur vero che progettare tecnicamente i propri sogni (che hai visto, udito, assaporato, vissuto pienamente nella tua immaginazione) è fondamentale perché serve a farli capire a chi ci ascolta. Serve a trasmetterne la sensazione di concretezza. A trasmettere un'autonoma convinzione di potercela fare.
Per far nascere maieutucamente negli altri l'idea autonoma che sicuramente ce la faremo, è necessario scrivere passi concreti, costruire sapientemente mattoncini, anno dopo anno.
Pertanto, non posso non calarmi nel pozzo della conoscenza, ma ringrazio tantissimo chi mi ha fatto notare il mio cambiamento.
Manterrò alla mano, forte e saldo, lo spago (si, lo spago) della creatività, della visione, della follia, dell'ignoranza che porrá tutto sempre in discussione,
ed al momento giusto tornar fuori, sapendo che non sarà troppo tardi, per vedere alla luce dell'ignoranza, quelle pietre sorte che racconteranno la realizzazione materiale, di un sogno creativo.
Roma, 16 marzo 2021
Mirko Marangione